Lato del cuore

A quelle lacrime che nessuno vede, che noi aspettiamo,
di cuori alleggeriti dalla gioia e appesantiti dalla nostalgia,
che si sa,
domattina,
non vederla a colazione, non sarà così semplice.

Lo so bene, io che sono stata sposa.
Mano nella mano con mio papà, verso l’altare, verso il mio futuro marito.

Lo so bene io che sono li, accanto a voi, ad osservarvi e commuovermi con voi. In attesa di un altro abbraccio, e un altro ancora.
Da quei papà, già vestiti, seduti sul divano sotto l’aria condizionata, in attesa di indicazioni dal resto della famiglia in trepida, felice, preparazione.
Messi li, nel corridoio, in attesa di aprire quella porta che per magia trasforma una bambina in sposa.


La prima impressione dei papà è tra le foto che da sempre mi piace fare.
Anche se la commozione è sempre riservata ad altri momenti, quando uno meno se lo aspetta.



“E ora che dobbiamo fare? Dove mi metto?”
“Sua figlia deve stare al lato del suo cuore.”

E in automatico, si portano la mano sul petto “di qua.”
Pronti per uscire, sono sempre gli ultimi a chiudere la porta.
Si guardano, si sorridono ed escono.
A braccetto o mano nella mano.

La sposa e il suo primo cavaliere.

E mi innamoro, per l’ennesima volta, in una giornata che mi vedrà farlo ancora tante volte, con gli occhi puntati sempre sulla mia figura preferita di quel giorno:
i papà.


Un momento solo loro, solo per loro.

Non ho un momento preferito della giornata di un matrimonio,
li amo tutti,
tutti cosi diversi eppure ogni momento parla della stessa cosa,
delle stesse persone.

Le emozioni degli sposi che si miscelano a quelle dei parenti e degli amici e degli invitati in generale.

Ma il momento in cui si racchiude sicuramente gran parte di un servizio fotografico di un matrimonio è quel tempo dedicato solo agli sposi, in giro per le vie che prima li hanno visti fidanzati e ora marito e moglie.
Oppure in una città che ha colpito il loro cuore e che non ha niente a che vedere con le loro origini.
O ancora all’interno di una location scelta appositamente per questi scatti.
Insomma.. l’importante sono i soggetti, ovunque essi si trovano: gli sposi!

I loro sguardi, le loro mani, i capelli e le curve delle loro sagome, le loro ombre, i loro sorrisi.
Tutto parla di loro, del loro amore presente, passato..e soprattutto futuro.
I loro gesti e i loro corpi che raccontano chi sono l’uno per l’altro.

Cosa faccio io durante queste ore dedicate a loro?
Quello che faccio durante il resto della giornata, racconto.
Sto li, non intervengo se non strettamente necessario per una questione piuttosto legata a luci, ombre.. per il resto gli sposi fanno da soli, fanno da se: sempre senza imbarazzo, e anche se ci fosse, ci bastano un paio di battute, due scatti, e poi si va avanti come se io non ci fossi.
Quel momento solo loro, solo per loro.

E io mi perdo dentro tutto questo, mi commuovo e scatto, racconto.
Quello che gli sposi raccontano a me, io lo catturo, lo faccio mio,
per poi raccontarlo a mia volta di nuovo a loro, lo ritorno indietro,
tramite i miei scatti,
tramite i miei occhi,
tramite il mio cuore.